29 Nov Una piccola storia da Asmara
Sabato, l’ultimo giorno prima del rientro, alle 6,30, ho assistito alla professione solenne di 5 suore del Buon Samaritano, mentre altre tre facevano il loro ingresso nella Congregazione. Il giorno prima, alla casa di suor Roma, ero presente all’arrivo delle 8 suore festeggiate, radiose come tante spose novelle, attorniate dagli applausi, abbracci da parte di Suor Roma e di tante altre.
Mi invitano a prendere un tè con loro. Questa loro scelta di amore mi commuove profondamente: è una scelta per i più poveri fra i poveri, per chi non ha nessuno, per i bambini abbandonati, per quelli con l’HIV. Queste giovani suore sprizzano gioia e pienezza. Sono donne realizzate: si vede. Hanno un’arma più potente dell’atomica: il cuore, l’amore, una dote umana che partecipa dell’Infinito.
Io avrei un altro impegno, ma non riesco a partire: ringrazio Dio di questo fuori programma. Ora, per essere sempre immensamente felici, dovranno solo amare all’Infinito.
Le premesse ci sono tutte: il loro Ordine somiglia per certi versi a quello di Madre Teresa di Calcutta: sono perse fra la gente, sono le prime ad arrivare vicino a chi soffre, ad accogliere le mamme ed i bambini che chiedono aiuto. Non c’è disabile che loro non avvicinino: persine donne impazzite per le violenze subite sono ospitate e vivono nelle loro comunità.
Alle 6 del mattino di sabato vedo le vie del mercato che iniziano a prendere vita. I cammelli, accovacciati sui marciapiedi, attendono che le merci vengano esposte ordinatamente sulle bancarelle. Le donne si danno un gran da fare a pulire le strade, svuotare i tombini, mettendo tutto sulle carriole. Alle 6,30 la città è già in fermento.
Nella Cattedrale, le suore del Buon Samaritano sono tutte presenti ed in festa. Suor Pina contempla l’abbondanza dei frutti che Dio ha fatto maturare.. Suor Roma ha un sorriso per tutti. La cerimonia si protrae per un paio d’ore, il tutto accompagnato dagli applausi e urletti di approvazione che le donne usano fare, con grande spontaneità, anche durate le cerimonie religiose.
Mi tocca profondamente l’amore che il popolo eritreo nutre per queste suore: è tutta la gente chele applaude, come al matrimonio di una figlia.
Con queste immagini nel cuore, e con il mal d’Africa, riparto alle due di notte per l’Italia.